NEWS & CURIOSITÀ
L’Unione Ristoranti del Buon Ricordo
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pubblicato il 29/01/2013 23:31:34 nella sezione "News & Curiosità"
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Dal 1964 portabandiera della migliore cucina regionale italiana. L’Unione Ristoranti del Buon Ricordo promette da 48 anni un viaggio tra i sapori e i colori della cucina italiana. Le oltre cento insegne racchiuse sotto il suo marchio, distribuite dal Nord al Sud dell’Italia, rappresentano la migliore espressione della cucina regionale italiana e disegnano la mappa della gastronomia e dell’ospitalità Made in Italy. Quella dell’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo è una storia lunga, consolidata e gloriosa. A una felice e puntuale idea di Dino Villani, uomo di cultura e maestro di comunicazione (che fra l’altro ideò Miss Italia), si associò un gruppo di ristoranti di qualità con l’obiettivo di ridare notorietà e prestigio alle tante espressioni locali della tradizione gastronomica italiana, a quell’epoca poco valorizzata. Era la primavera del 1964. Chi si associava assumeva l’impegno di praticare una linea di cucina tipica del territorio e di tenere sempre in carta, tutti i giorni dell’anno, “una specialità” che ne doveva essere la rappresentazione più rigorosa ed esemplare. Il Buon Ricordo nasce nella primavera del 1964 per volontà, prima di tutti, di Dino Villani, un uomo d’arte e di cultura, ma anche un grande pubblicitario, capace di dar vita ad iniziative di grande e diffuso successo (basti pensare al primo concorso di Miss Italia, all’invenzione della Festa della mamma e così via). Villani è consapevole del valore delle tante tradizioni gastronomiche italiane (e qui sta l’uomo di cultura) che, come scrive Vincenzo Buonassisi sul Corriere della Sera nell’aprile del 1964, presentando l’iniziativa, sono, in quel tempo, “segrete o neglette”. I ristoranti di un certo livello si ispirano per lo più alla cucina d’oltralpe, mentre le trattorie, per rassicurare la più modesta clientela, promettono “cucina casalinga”. Villani frequenta e discute con grandi gastronomi (Angelo Berti, Giorgio Gioco), è vicino all’Accademia Italiana della Cucina da poco costituita (Orio Vergani) e cerca un’idea capace di valorizzare quella che oggi comunemente si chiama “la cucina del territorio”, di promuoverla e divulgarla, e soprattutto di attrarre i consumatori verso i ristoranti che sono inclini a praticarla e a proporla quotidianamente con giusto rigore. Cerca, insomma, di concepire una formula che induca i ristoratori a “posizionarsi” senza timori e, anzi, con orgoglio, in questa linea di cucina avendone il giusto vantaggio, che consiste nel veder crescere, in quantità e qualità, la clientela. Perché ciò avvenga, o per lo meno abbia inizio col necessario successo, occorre naturalmente che “la formula” premi e gratifichi, oltre che ovviamente per l’autenticità e la qualità del cibo e dell’accoglienza, anche il consumatore. Il quale per lo più, salvo selezionate eccezioni, ancora memore della fame patita in anni recenti e freneticamente desideroso di buttarsi alle spalle la povertà e di aprirsi a nuovi stili di vita, è più attratto da modelli transoceanici che dai valori autentici delle nostre tavole.
Fin dall’inizio, si è sviluppato attorno a loro un vivace collezionismo, tant’è che nel 1977 è nata l’Associazione dei Collezionisti dei Piatti del Buon Ricordo: un’iniziativa assolutamente autonoma rispetto all’Unione, cui va tuttavia la grata amicizia dei ristoratori www.collezionistipiattibuonricordo.it
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